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Salviamo i ciclisti

Salviamo i ciclisti

Prendo spunto da un tema molto discusso in questi giorni e che ci sta molto a cuore: la sicurezza dei ciclisti.
Ne ha parlato la stampa nazionale e internazionale: la campagna è nata sulle pagine del Times di Londra, ma grazie alla rete e ai social network ha rapidamente raggiunto e invaso l’Italia.

E' la campagna Cities fit for cycling, Città più sicure per i ciclisti, una richiesta in 10 punti concreti che, il movimento dei ciclisti, esattamente 10 anni dopo la prima "critical mass" - il grande raduno spontaneo di biciclette avvenuto a Milano - propone a governo e amministrazioni locali per migliorare la sicurezza di chi va in bicicletta in città.

Se in Gran Bretagna la situazione è considerata urgente perché si contano 1.275 ciclisti morti sulle strade in dieci anni, l'Italia deve seriamente darsi da fare: sono 2.556 le vittime sulle due ruote avvenute nella nostra penisola nello stesso arco di tempo.

Ma i ciclisti hanno sempre ragione? Non proprio. E qui la diatriba potrebbe farsi aspra.
Non è cosa nuova che gli automobilisti abbiano il dente avvelenato contro i comportamenti pericolosi e scorretti dei ciclisti. E non è cosa nuova che i ciclisti siano giornalmente stretti all’angolo dai comportamenti poco civili degli automobilisti.
Ricordate il detto “Chi lo dice sa di esserlo…” che sembrava tanto una cosa detta così per dire tra bambini? A mio parere nasconde una profonda verità.

Come disse con arguzia Shakespeare: “La signora protesta un po’ troppo”; sembra, cioè, che qualsiasi caratteristica, comportamento o emozione susciti il nostro indignato rifiuto o la nostra spietata critica, alberghi da qualche parte nella profondità della nostra psiche.
“Le biciclette devono rispettare i semafori – dicono gli automobilisti - devono rispettare le precedenze e i ciclisti non devono essere convinti di poter fare ciò che vogliono solo perché sono in bicicletta”.
Quante volte in macchina abbiamo fatto la stessa cosa?

“Gli automobilisti devono rispettare chi va in bicicletta - dicono i ciclisti - Solo perché il ciclista è più “piccolo” non significa che debba essere schiacciato! Non devono parcheggiare sulle piste ciclabili, devono fare attenzione quando aprono la porta dell’auto in strada, devono segnalare il cambio di corsia e non tagliarci la strada solo perché siamo più lenti”!! Quante volte in bicicletta abbiamo fatto lo stesso, approfittando proprio del fatto che siamo “più piccoli”?

C’è di che riflettere, non credete?
In fondo filosofi e psicologi lo riconoscono da tempo: se percepiamo una persona o una cosa come semplice nota di interesse o informazione, con ogni probabilità non stiamo proiettando. Se, invece, quella cosa ci turba, ci infastidisce e diventa oggetto del nostro giudizio facendoci sentire coinvolti, è assai probabile che siamo vittime delle nostre proiezioni (Ken Wilber).

In altre parole, quando giudichiamo il nostro prossimo non ci passa minimamente per la testa che in realtà stiamo parlando di noi stessi, ma sembra che sia proprio così.
La convivenza stradale, quindi, non risulta facile, ma non si può prescindere dal fatto che i più deboli in questo caso sono sempre quelli non protetti da una carrozzeria.
Cerchiamo, perciò, di usare quel buon senso di cui tutti siamo forniti in abbondanza (ci siamo solo dimenticati dove l’abbiamo messo, ma se controlliamo bene lo troviamo) e cerchiamo di comportarci SEMPRE come vorremmo che si comportassero gli altri con noi. Usiamo civiltà e buone maniere, rimaniamo calmi e magari (e questo vale per tutti) partiamo 10 minuti prima la mattina anziché considerare le strade piste di formula uno o invadere i marciapiedi in bicicletta inquietando i pedoni o mettendoli a serio rischio sfrecciando loro accanto contromano sotto i portici delle nostre città.

Che ne dite? Possiamo farcela?

Eccovi, dunque, la lettera che è stata inviata ai sindaci.

"Caro Sindaco,

Come avrà già avuto modo di apprendere dalle notizie degli ultimi giorni, l’Italia si posiziona al terzo posto in Europa per mortalità in bicicletta. Negli ultimi 10 anni, ben 2.556 ciclisti hanno perso la vita sulle nostre strade ed è per porre freno a questa situazione che due settimane or sono abbiamo lanciato in Italia la campagna #salvaiciclisti con cui abbiamo chiesto al Parlamento italiano l’applicazione degli 8 punti del Manifesto del Times.
In questi i giorni il Parlamento sta facendo la propria parte ed una proposta di legge sottoscritta da (quasi) tutte le forze politiche è pronta per la presentazione alla Camera e al Senato. Senza il Suo preziosissimo contributo di amministratore locale, però, anche la migliore delle leggi rischia di restare lettera morta ed è per questo che siamo a chiedere la sua adesione alla campagna #salvaiciclisti per il miglioramento della sicurezza dei ciclisti nella sua città.
Aderendo a #salvaiciclisti si impegnerà quindi a:

1. Garantire l’applicazione a livello locale degli 8 punti del Manifesto del Times per le aree di competenza comunale

2. Formulare le opportune strategie per incrementare almeno del 5% annuo gli spostamenti urbani in bicicletta nei giorni feriali

3. Contrastare il fenomeno del parcheggio selvaggio (sulle strisce pedonali, in doppia fila, in prossimità di curve ed incroci, sulle piste ciclabili)

4. Far rispettare i limiti di velocità stabiliti per legge e istituire da subito delle "Zone 30" e “zone residenziali” nelle aree con alta concentrazione di pedoni e ciclisti

5. Realizzare, qualora mancante, un Piano Quadro sulla Ciclabilità o Bici Plan

6. Monitorare e ridisegnare i tratti più pericolosi della città per la viabilità ciclistica di comune accordo con le associazioni locali

7. Redigere annualmente un documento pubblico sullo stato dell'arte nel proprio comune di competenza della viabilità ciclabile indicando i risultati dell'anno appena trascorso e gli obiettivi futuri

8. Dotare ogni strada di nuova costruzione o sottoposta ad interventi straordinari di manutenzione straordinari con un percorso ciclabile che garantisca il pieno comfort del ciclista

9. Promuovere una campagna di comunicazione per sensibilizzare tutti gli utenti della strada sulle tematiche della sicurezza

10. Dare il buon esempio recandosi al lavoro in bicicletta per infondere fiducia nei cittadini e per monitorare personalmente lo stato della ciclabilità nella sua città.

È perché riteniamo che la campagna #salvaiciclisti sia dettata dal buon senso e da una forte dose di senso civico che chiediamo un suo contributo affinché anche in Italia il senso civico e il buon senso prendano finalmente il sopravvento"

Chiunque volesse contribuire al buon esito di questa campagna può condividere questa lettera attraverso Facebook, attraverso il proprio blog o sito, attraverso Twitter utilizzando l’hashtag #salvaiciclisti e, ovviamente, inviandola via e-mail al sindaco della propria città e ai sindaci delle città capoluogo di regione.

Buon divertimento e guidate con prudenza!

Ultima modifica ilLunedì, 26 Maggio 2014 08:03